Gli occhi. Brillano. Se la luce somiglia al colore dei pensieri, di un richiamo, al vento che rinfresca, al rumore di un foglio stropicciato tra mani che ne leggono i margini, rugosi di ritorni al cuore. Brillano. Continua a leggere “Gli occhi. Brillano.”
“Le stanze che viveva e attraversava erano per lui cerchio e labirinto insieme: c’era centro, poteva anche non esserci” Immagini insolite e inaspettate, fuori fuoco e divisione, spasmi e fantasmi mentali, anche un freddo silenzio, popolavano il suo mondo onirico e surreale; camminava la sua Vita su bicchieri rotti: antifragile, evitava le eccessive precauzioni, accettava il caos; Continua a leggere “Mezzo-e-mezzo, il bicchiere; la porta accanto… evvaffanculo”
In stile rinascimentale è la parte più significativa dell’intero edificio, iniziando dal basso, i quattro basamenti delle colonne sono alti sette moduli, le corrispondenti colonne binate corinzie ne misurano venti (un modulo corrisponde al raggio della colonna, secondo il trattato del Vignola) [Barozzi detto il Vignola 1565, in Laudisa 1969, II, p. 141 – 143], per 1/3 sono rudentate e scanalate (fig. 8). Continua a leggere “Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce (Parte II)”
Spesso nel Salento ex fortezze o castelli, agli inizi del sec. XVII subirono radicali rifacimenti, trasformandosi in palazzi nobiliari residenziali [Cazzato 2001, p.56; Carducci 2006, pp. 161-162 ]. Stessa sorte toccò al palazzo ducale Di San Cesario di Lecce. Fu la famiglia Guarini che nel 1626 realizzò i lavori di riedificazione, poi lo stabile passò alle famiglie Bocci e Vaax D’Andrade e, infine, nel 1703 ne acquisirono il possesso la schiatta ducale dei Marulli [Arditi 1879 -1885, p.526], nel 1703. Continua a leggere “Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce (Parte I)”
Pochi tavolini in legno ritaglio di tempo e reimpiego da altre storie e altri utilizzi e sedie altrettanto differenti di passato, colorate e riuso di altrettante vite di mobilio e altri legni di recupero adattati poi alle esigenze e necessità dell’oggi, e tante e decine e decine di cose che il caso e le circostanze avevano portato a rivivere diversamente lì in quel locale dalle luci pure apparecchiate a mo’ di pub di lontana memoria. Continua a leggere “Peperoni verdi fritti, bacche di ginepro e storie vere di felicità”
L’estate cominciava presto, appena finiva la scuola. Significava lunghe giornate al mare, a Tirrenia, dove andavamo con il pullman militare che passava a prenderci alla fermata vicino ai Quattro Mori a Livorno e, dopo aver attraversato l’ultimo tratto di città (la nostra era una delle ultime fermate), si avviava sulla litoranea che arrivava fino a Marina di Pisa. Continua a leggere “L’estate cominciava presto”