Poesie

Salento mio

Pasquale Urso (Acquerello)

Quando sui carri alati arriva il Sole
ad inondar di luce il mio cammino,
mi beo del suolo tutto Salentino,
che s’adagia sul mare levantino.
Prima bacia la costa più orientale
che vide i saraceni devastare
Otranto bella intrisa di poesia,
la terra che più sento come mia.
Bacia Badisco dove a riposare
pose le membra Enea, l’eroe immortale!
Scavalca “Porto russo” per andare
fino alle terme e poi fino a trovare
Castro marina e quindi ritornare
nelle grotte profonde ad ammirare
le stalattiti che si fan chiamare,
come ricami, “Zinzuli” del mare.
Qualche vela lontano in fondo al mare
gareggia coi gabbiani a dimostrare
quanta bellezza c’è nell’albeggiare
in questa terra che si lascia amare

6 pensieri su “Salento mio”

  1. mi manca la vostra terra… e quando arte e conoscenza si sposano e posano sull’eterno rifiorire della natura, le emozioni diventano incontenibili. complimenti per i bellissimi versi che mi hanno fatto ancora una volta bagnare gli occhi di luce 🙂

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  2. Un poema davvero emozionante. Ho come l’impressione che in questo scritto le parole suggeriscano i suoni stessi del nostro Salento. Dal porto di Otranto alla Zinzulusa di Castro, come in un film la mia mente passa e ripassa mille ricordi. Complimenti da un promotore delle bellezze del Salento.

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